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Quali prospettive nel nuovo anno per i bambini?

 

Da poche settimane sono terminate le feste di Natale e molti bambini fortunati sono stati al centro dell’attenzione delle loro famiglie in cui molti genitori, zii, nonni ed amici hanno cercato di renderli felici con numerosi regali.

Molti altri bambini non sono stati cosí fortunati e non lo saranno nell’immediato futuro.

Non c’é speranza per i bambini che continuano a subire le guerre nei loro paesi, ne’ per quelli che sono costretti a lasciarli per cercare di trovare un luogo dove crescere e vivere in pace, rischiando la loro vita, insieme alle loro famiglie, ogni volta che si affidano ai venditori di merce umana.

Non c’è speranza per i bambini che continuano ad essere abusati ed usati come carne da macello da adulti che mirano solo a fare soldi o per le loro depravazioni.

Non c’è speranza per i bambini e i ragazzi che vengono strappati alle loro famiglie per essere rinchiusi nelle cosiddette “case famiglie” perché’ i loro genitori non sono in grado di mantenerli e garantire la loro istruzione.

Non c’è speranza per i bambini che vengono comprati perché alcuni adulti hanno deciso che è un loro diritto avere un figlio e che possono strapparli alle madri che li hanno partoriti dietro compenso, su cui altri guadagnano molto di piú, sfruttando il corpo di molte donne povere.

Non c’è speranza per quei bambini che subiscono pressioni o manipolazioni dai loro genitori quando decidono di divorziare e che devono rinunciare alla mamma o al papá perché uno dei due ha deciso di “vendicarsi” sull’altro.

Non c’è speranza per quei bambini a cui non viene garantita un’infanzia serena, un’istruzione scolastica, un padre e una madre, un mondo meno inquinato e pacifico, oltre ad un futuro sicuro.

 

Sono di altro tipo i regali che ogni bambino dovrebbe ricevere da adulti che li amano veramente e che hanno il compito di proteggerli, indipendentemente dal ruolo che ricoprono nella societá.

Eppure siamo costretti a leggere nell’ultimo rapporto di Save the Children “Allarme Infanzia” che proprio l’Italia è uno dei paesi peggiori d’Europa in cui essere bambini, con oltre 700mila bambini che vivono in assoluta povertá e quindi bambini che non hanno da mangiare, non usufruiscono dell’assistenza sanitaria di base, non vanno a scuola e se ci vanno non riescono a concentrarsi perché sono troppo occupati a sopravvivere.

Nel terzo millennio non possiamo concepire che ci siano bambini costretti a sopravvivere in un paese occidentale, nel nostro Paese, in Italia, non in un qualunque paese del cosiddetto terzo mondo in cui neanche dovrebbe esistere una tale situazione!

Per non parlare di tutti gli orrori che subiscono i bambini perseguitati da orchi terribili che ancora troppi pochi adulti combattono con coraggio e determinazione, nonostante i bambini si aspettino proprio questo e meritino il massimo della protezione e della tutela.

 

Di solito quando si comincia un nuovo anno si ha l’abitudine di farsi dei propositi di cambiamento; individuiamo nuovi obiettivi, nuovi progetti, ci promettiamo di non commettere piú gli stessi errori e vogliamo migliorare qualcosa di noi e intorno a noi.

Questo potrebbe essere il momento per impegnarci in prima persona affinché la condizione dei bambini e dei ragazzi, indipendentemente se sono nostri figli o meno, migliorino; affinché venga garantita loro una vera infanzia serena e una speranza di vita migliore, oltre che tutela e protezione in qualunque parte del mondo.

Evitiamo di ricordarci dei diritti dei bambini solo il 20 Novembre (giornata dedicata alla convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia); facciamo in modo che i bambini siano soggetto di diritto ogni giorno e non oggetto di diritto di adulti egoisti.

Due anni fa, proprio il 20 novembre, è stato presentato, senza troppa pubblicitá, il primo lungometraggio di Nicola Campiotti “Sará un Paese – Come racconteresti l’Italia ad un bambino?” (www,saraunpaese.it) in cui l’autore racconta, attraverso lo sguardo di un bambino di dieci anni, suo fratello nella realtá, le speranze di un Paese che saprá essere civile solo se si impegnerá ad affrontare e risolvere determinati problemi, tutelando i piú deboli e l’ambiente.

L’anima di un luogo cambia e muta per come è governata, per come vien tenuta..”, cosí dice nel film il bambino.

Ed è proprio cosí: le cose possono cambiare se ognuno di noi si impegna a “tenere bene e a governare con criterio” le cose preziose come il mondo in cui abitiamo e i bambini che sono il presente e il futuro di ogni societá.

 

La stessa Maria Montessori, grande pedagogista, affermava: “Se v’é per l’umanitá una speranza di salvezza e di aiuto. Questo aiuto non potrá venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo”.

Proprio per questo i bambini e i ragazzi devono tornare ad essere visibili agli occhi di ogni adulto, a cominciare dai nostri governanti, perché solo cosí potranno avere una speranza di vita e tutti noi una societá con uomini e donne migliori.