Nelle ultime settimane si sono ascoltate e lette numerose opinioni relative alle unioni civili, ai diritti degli omosessuali ad avere una famiglia e alle adozioni dei bambini anche per le coppie gay.
Poiché ritengo che le parole che si usano siano espressione di un pensiero specifico, è necessario riflettere su cosa intendiamo quando parliamo di “famiglia” o di “matrimonio” .
La parola matrimonio deriva dal latino “matrimonium” ossia dall’unione di due parole latine “mater”(madre) e “munus” (compito,dovere). Nel diritto romano il “matrimonium” era quindi un “compito della madre”, intendendosi il matrimonio come un legame che rendeva legittimi i figli nati dall’unione. Analogamente la parola “patrimonium” indicava il “compito del padre” di provvedere al sostentamento della famiglia.
Bisognerebbe quindi trovare un’altra parola, alternativa a “matrimonio” che riconosca le unione dei gay e tutti i diritti di una coppia, compresi quelli legislativi, fiscali e reddituali. Stesso problema andrebbe risolto per le “coppie di fatto” eterosessuali che decidono di non contrarre matrimonio.
Per quale motivo due persone che decidono di vivere insieme senza sposarsi, sia esse omosessuali che etero, non possono ad esempio avere la pensione del compagno/a o la casa in ereditá?
Altra cosa invece è parlare dei diritti dei bambini e dei ragazzi.
Prima di difendere a spada tratta i diritti degli adulti bisognerebbe sempre chiedersi cosa comporta per i diritti dei bambini e se determinate scelte possono provocare dei danni.
In relazione a questo, ed essendo sempre prima dalla parte dei bambini, non posso essere d’accordo con le adozioni alle coppie gay.
I bambini, per crescere in maniera sana e non caotica, hanno bisogno di avere ruoli chiari in famiglia e quindi di avere un padre e una madre.
Dal punto di vista scientifico tutti i bambini nascono dall’unione di un ovulo e di uno spermatozoo e quindi hanno bisogno di due riferimenti, espressione della parte femminile e maschile che sono in relazione.
Poiché si tende a ripetere quello che s’impara in famiglia, il bambino in futuro rifletterá la sua esperienza anche nelle relazioni (basta pensare alle famiglie di alcolisti dove i figli, spesso, ripetono le stesse modalitá dei genitori).
Quindi, in una famiglia con due soli riferimenti maschili o due femminili, i bambini adottati avranno sicuramente problemi d’identitá perché la relazione nasce tra diversi.
L’eterna domanda sará: “Chi sono io?”.
L’amore non basta a giustificare certe scelte.
I bambini portano in loro, attraverso il loro patrimonio genetico, l’energia del padre e quella della madre; il loro corpo è un insieme di relazione tra psiche e organicitá. Nel caos non si cresce in maniera armoniosa, la Natura non fa questo e quindi i bambini necessitano per la loro crescita di ruoli chiari tra padre e madre.
Stessa cosa deve essere tutelata nelle separazioni.
Nessun bambino desidera che i propri genitori si separino e quando questo accade lo vivono con profondo dolore perché credono di esserne loro la causa e hanno paura di perdere i loro genitori. In questa situazione allora bisognerebbe garantire ai figli di poter mantenere la loro relazione sia con il padre che con la madre anche se abitano i due case diverse. L’affido condiviso garantisce proprio questo e il doppio domicilio per il bambino o il ragazzo, sottolinea che entrambe i genitori sono ugualmente importanti.
Eppure, nonostante la L.54 del 2006 (una delle poche leggi che mettono al centro il bambino), si sente ancora parlare di “domicilio prevalente” presso la madre per il “bene del bambino” escludendo molti padri che vogliono prendersi cura dei loro figli.
I bambini e i ragazzi hanno solo bisogno di essere protetti ed educati da entrambi i genitori.
Ma il sistema non vuole la Relazione, né la Famiglia e ostacola ogni tipo di condivisione perché vuole sopraffare e vuole guadagnarci. Basti pensare a tutte le sue lobby che girano intorno alle case-famiglia, alle adozioni, agli affidi, ai centri antiviolenza.
Il sistema sa bene come usare giornali, radio, televisioni per mandare messaggi e parole che devono condizionare il pensiero e piegarlo alle sue logiche con mille bugie.
La vera rivoluzione invece sta nel difendere le famiglie e i bambini proprio come avviene in Natura.
La nostra magnifica Costituzione viene ogni giorno disattesa quando non si rispettano i seguenti articoli (senza contarne molti altri):
Art. 29:La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come societá naturale fondata sul matrimonio.
Art. 30: E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.
Art.31: La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze alla formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternitá, l’infanzia e la gioventú.
Nell’art.16 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo si afferma che la famiglia è il nucleo fondamentale della societá e ha diritto ad essere protetta dalla societá e dallo Stato.
Nonostante tutto ció, oggi, poco o niente viene fatto per proteggere le famiglie e tutelare i bambini; le politiche del Welfare sono praticamente inesistenti e i tagli lineari non agevolano di certo le famiglie.
Il benessere si continua a misurare sul PIL e sui consumi senza contare che si sta facendo di tutto per distruggere la famiglia e chi vuole lavorare con dignitá.
Non possiamo accettare le false affermazioni secondo le quali quello che si fa per i bambini (permettendo ad esempio le adozioni alle coppie gay) è per il loro bene o il meno peggio. Che affidare i bambini alla madre è necessario per il “bene del bambino”. Che togliere i bambini alle coppie conflittuali e rinchiuderli nelle case famiglia è una buona soluzione.
Ognuno di noi, e prima di tutto i politici, deve riflettere bene sulle conseguenze di alcune leggi e di alcune scelte.
Tutti noi dovremmo lottare per avere solo il meglio per i bambini e i ragazzi di tutto il mondo perché sono il nostro bene piú grande e dobbiamo tutelarli con forza e coraggio.
Loro si aspettano questo dagli adulti.