Stupisce che nei paesi ricchi e occidentali si cominci a parlare della povertà che travolge i bambini e naturalmente le loro famiglie.

Oggi il Fatto Quotidiano mette in evidenza la situazione dei bambini inglesi, ma, come altri giornali nelle scorse settimane, non riporta nessuna notizia sui bambini italiani. Secondo l’ultimo rapporto Unicef in Italia il 17% (circa 1.750.000) dei nostri bambini vive sotto la soglia di povertà e nella classifica dei Paesi industrializzati analizzati, l’Italia occupa il ventiduesimo posto su ventinove, dietro alla Spagna e all’Ungheria.

Di fronte a questi dati é inevitabile chiedersi di chi sono le responsabilità e come siamo arrivati a questo punto.

Non si tratta più di pensare a bambini del cosiddetto terzo mondo, lontani dai nostri occhi e dai nostri cuori. Si tratta dei bambini che vediamo ogni giorno; che magari vivono nelle famiglie dei nostri vicini e non in terre lontane. E anche questi ci riguardano naturalmente.

Qui non si tratta di destino, ma di precise scelte politiche. Molti adulti e molti politi  hanno voluto dimenticare che é necessario investire sul welfare; hanno permesso che le famiglie e quindi i loro figli si trovassero oggi ad affrontare la povertà. Una povertà materiale, culturale, sociale.

Come é possibile che una generazione di adulti viva solo pensando al presente e al proprio interesse senza pensare al benessere delle generazioni future?

Chi si prenderà la responsabilità di cambiare questa situazione che sembra non dare più speranza ai bambini e ai loro genitori?

La responsabilità dobbiamo prendercela tutti, i bambini si aspettano questo dagli adulti.

Da Il Fatto Quotidiano di oggi:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/12/nel-2020-in-gran-bretagna-sara-povero-bambino-su-quattro/590001/